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Se ne parla veramente da tanto tempo e finalmente oggi era arrivata la giornata in cui la seconda rata della celeberrima Imu sarebbe stata cancellata definitivamente. Invece, dopo un Consiglio dei Ministri, il Premier Letta ha annunciato il rinvio del decreto legge a martedì.
La causa pare sia la Banca Centrale Europea. Per recuperare quello che mancherà all’Erario dalla riscossione della seconda rata dell’Imu, il Governo aveva proposto una rivalutazione delle quote della Banca d’Italia. Queste sono ancora ferme ai livelli del 1936 che, non essendo stati mai più rivisti, ammontano a soli 156 mila euro (dagli allora 300 milioni di lire). La proposta è quella di alzare queste quote dai 5 ai 7 miliardi e mezzo di dollari in modo da incassare circa 1,2 miliardi di dollari nelle casse erariali. Per far ciò serve una lettera formale di accettazione della Bce che non è ancora arrivata, ed ecco perché l’approvazione del decreto ha subito questo rinvio. Pare che, come appunto ha affermato Letta, le due cose debbano necessariamente procedere in modo sincronizzato.
Alcune voci sostengono che le spiegazioni del rinvio non siano da cercare solo nelle banche, ma che la discussione si sia infervorata e senza giungere al termine a causa della seconda rata Imu sui terreni agricoli. Il Governo non vuole tirarsi indietro dalle promesse fatte e il Ministro dell’Agricoltura insiste perché questa tassa sia cancellata anche per un settore che ora ha solo bisogno di incentivi per ripartire, e non certo di tassazioni. Così, come ha sottolineato anche Coldiretti, la seconda rata dell’Imu sulle nostre case deve aspettare, prima di essere ufficialmente cancellata, che anche dai terreni sia allontanato in maniera definitiva lo spettro della tassa più chiacchierata di questo periodo.
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